L’aeronautica, le missioni, il tennis e poi 3 giorni di buio. Salvatore Vasta ci racconta come, in un attimo, la sua vita è cambiata.
Salvatore Vasta: bisogna avere rispetto per la vita! Questa la conclusione del toccante intervento che Salvo, catanese e icona del wheelchair in Italia, ha fatto in occasione dell’ Allinparty, la festa dello sport che si è tenuta in quel di Milazzo.
Un racconto che è partito da quei “tre giorni di buio” che hanno, in qualche modo, annullato e poi riscritto la sua storia.
Prima di quell’inaspettato momento Salvo indossava, infatti, la divisa dell’Aeronautica, aveva partecipato alle missioni in Iraq, andava in moto, giocava a tennis e conduceva una vita felice e soddisfacente anche dal punto di vista delle relazioni interpersonali.
Poi il buio. Un auto sorpassa con doppia striscia continua e lui, a cavallo della sua moto, si ritrova in ospedale dove, dopo 3 giorni, si risveglia dal coma senza una gamba, senza più l’amata divisa e con ferite che non colpiscono solo il corpo, ma anche e soprattutto il suo animo.
Ha un attimo, solo un attimo ci confessa Salvo, di tentennamento e poi decide di sorridere di nuovo alla vita.
“Perché non dobbiamo guardare a quello che non c’è o non c’è più, ma a quanto abbiamo; ed io ho la mia gamba, il tennis, gli affetti e questa splendida natura che ci circonda”
Ci troviamo, infatti, tra i millenari ulivi dell’Area Marina Protetta che sovrasta il mare di Capo Milazzo (ME) e Salvo, attraverso questo incantevole paesaggio, ci suggerisce un’altra idea:
“Siamo qui, circondati da questi alberi che hanno una storia lunghissima, al contrario nostro che, invece, non abbiamo molto tempo. Per questo dobbiamo rispettare la vita, apprezzare quello che abbiamo e guardare alle cose positive”.
Salvo ci spiega che la sua rinascita è avvenuta grazie al concetto di gruppo che si forma quando sei militare e grazie allo sport, nel suo caso al tennis.
“Ai militari, soprattutto coloro che hanno vissuto esperienze negative come attentati o missioni particolarmente pericolose, può succedere di avere fantasmi in testa che ti perseguitano. In questi casi lo sport e lo spirito di gruppo con il quale siamo abituati a confrontarci, aiuta”
E prosegue:
“Giocavo a tennis anche prima dell’incidente e, grazie a questa disciplina, ho avuto modo di crescere e conoscere tante persone, di confrontarmi prima con me stesso e poi anche con gli avversari”
Dal 2018 Salvatore si rimette, pertanto, in gioco e impara nuovamente a giocare a tennis: questa volta in carrozzina. Lo fa grazie al suo attuale coach, Nino Cavallaro e poi, non contento, decide di impegnarsi in prima persona nell’abbattere quei muri mentali che ancora esistono tra disabilità e sport.
Insieme ad altri 4 soci fonda, dunque, la Volcano Sportabilia ASD con lo scopo di promuovere l’inclusione e l’integrazione delle persone con disabilità motorie e non.
L’associazione, con sede a Catania, è affiliata alla FIT ed iscritta al registro delle società e associazioni sportive dilettantistiche del CONI e riconosciuta dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico).
Salvo è promotore, insomma, dello sport come strumento per diminuire le emozioni negative come ansia, stress, depressione e solitudine e, nondimeno, per favorire le capacità relazionali.
“Credo fortemente nei valori che lo sport in genere può dare ai ragazzi, ma anche agli adulti ed il tennis, in particolare, è uno sport che ti mette in lotta con te stesso, punto dopo punto.
Dover nuovamente imparare a giocare a tennis mi ha aiutato nel percorso riabilitativo; ogni giorno era, e lo è ancora, un punto da conquistare, ma questa partita è l’unica che sono sicuro di poter vincere”.
