Roger Federer a Rotterdam: a tre passi dalla vetta

Il 16 febbraio 2018 potrebbe essere una data a lungo ricordata dagli appassionati di tennis: Roger Federer potrebbe tornare numero uno del mondo, superando il record di longevità detenuto da Andre Agassi. Tre avversari lo dividono da questo traguardo. Sulla carta la vittoria è scontata. Ma nello sport, come nella vita, le certezze non esistono.

«Se nel 2016 mi avessero detto che avrei vinto uno Slam, non so se ci avrei creduto. Inoltre, dopo la sconfitta alle ultime Atp Finals, credevo di non avere più chance per diventare n. 1. Ora ne ho vinti ben tre e sono molto vicino a tornare numero uno del mondo. Tutto questo è come una favola». 

Così aveva dichiarato Roger Federer, tre giorni fa, durante la prima conferenza stampa nell’ATP 500 di Rotterdam, un torneo che potrebbe garantigli la possibilità di tornare numero uno del ranking Atp. Ora il fuoriclasse elvetico è a soli 155 punti da Rafael Nadal, in cima alla classifica dal 21 agosto del 2017. A Roger basterebbe conquistare la semifinale per scavalcare il rivale maiorchino e diventare, a pochi mesi dal suo 37° compleanno, il numero uno più anziano della storia, superando il record attuale di Andre Agassi (33 anni e 4 mesi). Più che la vittoria del torneo, è questo il vero obiettivo del Re, che subito dopo il successo a Melbourne aveva fatto due conti e contattato il direttore del torneo Richard Krajicek, annunciandogli la possibilità della sua presenza. Dopo aver vinto due Australian Open e un Wimbledon in due anni, dopo aver conquistato il 20° Slam, Federer – che già detiene il record assoluto di più settimane alla prima posizione, ben 302 – potrebbe scrivere un nuovo capitolo della sua storia leggendaria. Perché si sa, e lui ne è la prova vivente, l’età è solo un numero. 

Il percorso di Roger Federer verso la vetta mondiale è sulla carta più che agevole. Oggi, alle ore 19 30 italiane, lo svizzero scenderà in campo contro il belga Ruben Bemelmans, che è entrato nel tabellone principale grazie a una buona prova nelle qualificazioni, dove fra l’altro ha battuto in due set Denis Istomin. Il 30enne belga, attuale n. 116 del mondo (miglior ranking  all’84° posto raggiunto tre anni fa), è un tennista di discreto livello ma è decisamente improbabile che possa anche solo impensierire lo svizzero. Non ci sono precedenti fra i due.

Al secondo round Roger troverebbe il tedesco Philipp Kohlschreiber, senza dubbio lo sfidante più competitivo dei tre che lo separano dalla vetta. Il 34enne tedesco, n. 36 al mondo, ha dimostrato ieri di essere in ottima forma, battendo in tre set una stella NextGen come il russo Karen Khachanov. È altresì vero, tuttavia, che il tennista di Augusta è da tempo molto lontano dalla sua condizione migliore: lo dimostra il fatto che nel 2018 non ha ancora vinto un match in un main draw (a Melbourne è stato sconfitto al primo turno dal giapponese Nishioka) e non fa semifinale in un torneo dallo scorso ottobre, nell’ATP 500 di Vienna. Il talentuoso “Kohli” ha le armi per dare fastidio a Roger, ma basta dare un’occhiata agli head to head fra i due (un secco 12-0 in favore della Svizzera) per considerare il pronostico abbastanza scontato. 

Infine, veniamo al terzo turno, cioè ai quarti di finale, che si disputeranno il 16 febbraio: una data che potrebbe rivelarsi storica, perché in caso di vittoria, Roger potrebbe già festeggiare il ritorno sul trono. Dall’altra parte della rete ci sarà certamente un tennista olandese che, è prevedibile, si prenderà buona parte del tifo del pubblico dell’Ahoy Rotterdam, storica sede dell’appuntamento fondato 46 anni fa. Sono infatti già al secondo turno il veterano Robin Haase (che ha liquidato all’esordio il connazionale Thiemo de Bakker), 30 anni e n. 42 del mondo, e la vera sorpresa del torneo, il 21enne Tallon Griekspoor, il quale ha impartito una sonora lezione a uno Stan Wawrinka comunque lontano dai giorni migliori. 

Sulla carta, i fan di Roger dovrebbero forse sperare in una vittoria del più conosciuto Haase: Griekspoor, con l’esuberanza dei suoi anni e l’insaziabile voglia di emergere, potrebbe essere meno gestibile per un Roger che certamente, anche dall’alto della sua classe, proverà certo qualche brivido quando si sentirà a un passo dall’ambita meta. 

Certo, sarebbe strano – chiamiamolo pure uno scherzo del destino – se Roger Federer, imbattuto nel 2018 (ultima sconfitta alle ATP Finals dello scorso anno contro David Goffin) inciampasse contro uno di questi avversari. Eppure, nella vita come nello sport, il destino a volte gioca qualche scherzo. La chiave, per Roger come per i milioni di fan incollati davanti al teleschermo, sarà quello di vivere ogni punto, ogni game vinto con calma e concentrazione, senza dare nulla per scontato. Nella speranza di gioire insieme, fra due giorni, per questa nuova scalata di un campione che, tuttavia, nell’Olimpo ci è arrivato da un pezzo.

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