La vertenza fra le due associazioni dedicate al tennis approda in Parlamento con un interrogazione del Senatore Stefano Vaccari.
La vertenza fra FIT e UISP, l’ente di promozione sportiva con un milione e trecentomila soci di cui 30.000 nel tennis, arriva in Parlamento per mano del Senatore PD Stefano Vaccari.
La coesistenza fra i due enti non è mai stata pacifica dal momento che, al contrario di quanto succede per altre discipline, nel tennis la Federazione, con i suoi 300.000 tesserati, ha numeri che fanno impallidire gli enti di promozione sportiva. È stato quindi abbastanza semplice per la Federazione trovare un protocollo di intesa con quasi tutti gli enti di sport di base, ad esclusione della UISP, di fatto, suo unico “concorrente” visti i 30.000 tesserati totali a livello nazionale.
L’annosa disputa si era risolta, per la FIT, con tariffe di affiliazione diverse ai circoli con doppia attività (quasi sempre UISP-FIT), agevolando chi invece promuoveva attività esclusivamente federale, con tesseramenti più alti per quei maestri che intendono svolgere l’attività su entrambi i fronti e, non ultimo, con l’impedimento ai suoi tesserati di partecipare alle attività UISP, pena sanzioni.
Appellandosi alla libertà di promuovere il tennis in quanto “movimento sportivo di base” il Senatore Vaccari ha, dunque, richiesto l’intervento del Coni proponendo un’interrogazione sottoscritta da altri 20 colleghi appartenenti a vari gruppi politici affinché lo stesso si esprima sulla questione ed, eventualmente, riferisca in Parlamento le proprie intenzioni a riguardo.
Il Presidente Nazionale UISP, Vincenzo Manco, ha appoggiato positivamente l’iniziativa del Senatore Vaccari “Volta a tutelare il libero associazionismo nel nostro Paese, nello sport e fuori; ogni intervento in questa direzione significa difendere la legittimità di spazi di democrazia e associazionismo“.
Dal canto suo il Senatore Vaccari spiega: “Alcuni dei comportamenti che la Federazione italiana tennis starebbe mettendo in atto per ottenere di fatto l’esclusività del tesseramento, applicando in malo modo norme esistenti. Un comportamento che rischia di mettere in crisi non solo l’Ente di promozione sportiva che si è visto costretto a ricorrere al Garante della concorrenza per tutelare la propria posizione, ma anche decine di associazioni sportive, che anche sul territorio di molte regioni sono il vero motore dello sport di base“.
Vaccari chiede, dunque, un intervento del Coni poiché: “Consideriamo la situazione grave a tal punto da domandare all’Esecutivo, fermo l’accertamento della legittimità delle accuse mosse alla Fit o meno nelle opportune sedi, se non ritenga opportuno in ogni caso invitare il Coni a riferire in Parlamento e se non ci siano comunque gli estremi per la nomina di una Commissione ministeriale di verifica. Quanto denunciato infatti, se accertato, non può non avere rilevanza parlamentare, viste le finalità pubblicistiche della Fit e i relativi contributi pubblici che riceve, ma anche le possibili gravi conseguenze economiche di un eventuale contenzioso risarcitorio, così come la possibile rilevanza ai fini di un commissariamento per accertate gravi irregolarità della gestione o di gravi violazioni dell’ordinamento sportivo da parte degli organi federali“.