Il pianto di Fabio Fognini

Il pianto di Fabio Fognini, confessato ai microfoni di Sky, dimostra quanto grande sia diventato il caso Us Open che ha coinvolto il tennista azzurro.

Il pianto di Fabio Fognini , sinceramente, mi ha commosso. Prima che giornalista, sono madre di un bambino di 10 anni che gioca a tennis e che sogna di diventare bravo come lui.

Ai microfoni di Sky Fabio si è scusato con tutti per l’episodio che lo ha visto multato e squalificato dal doppio dello Us Open e ha confessato anche di aver pianto in quanto figlio, padre, fratello e marito. Si è scusato con la giudice offesa, con il pubblico, con le donne e anche con loro, i bambini. Fognini si è detto pronto ad andare nelle scuole, certo del fatto che il suo è stato, come lui stesso lo ha definito,

“un grave errore”.

Ma da donna, da madre e da amante del tennis posso dire di sentirmi vicina all’atleta ligure per quello che, ne sono certa, è stato solo lo sfogo del momento. Dare del misogino o del sessista a Fabio per parole, seppur non meravigliose, pronunciate in un attimo di nervosismo, mi sembra davvero eccessivo.

Così come mi pare eccessiva la “punizione” inflittagli da ITF e Us Open; passi per la multa, ma la squalifica dal doppio e il ritiro della cifra incassata per il primo turno giocato, forse è davvero un pò troppo.

Opinione, la mia, che sarà condivisa da pochi e che, tanto per puntare in alto, è in contrasto con quella del presidente del Coni, Giovanni Malagò il quale ha dichiarato:

“Io mi auguro che una volta per tutte questa situazione serva da lezione a Fabio in modo particolare e si traggano le giuste esperienze. A prescindere dal fatto che la tempistica non mi è piaciuta affatto, non si possono legittimare o tollerare certi episodi”.

Che, a ben guardare, sembra quasi che Fabio Fognini abbia commesso chissà quale reato! Le sue erano, invece,  due colorite parolacce pronunciate a testa bassa e ripetute da tutti noi almeno una volta nella vita, soprattutto se ci si trova nel bel mezzo di una combattuta partita di tennis.

Obietterete che  in ambito professionistico non è ammissibile che succedano simili episodi, ma ragazzi la misoginia di cui hanno accusato Fabio è ben altra roba! Non esageriamo con i termini e non esasperiamo lo sfogo, lecito, di un ragazzo che gioca ad uno degli sport che maggiormente coinvolge il sistema nervoso.

Non sto giustificando Fabio, dico solo che da madre coinvolta con un figlio nel mondo del tennis agonistico, capisco la sua reazione e dico anche che non mi piacciono i commenti facili di persone che sono ben lungi dal capire lo sforzo fatto da un atleta per ritrovarsi a quei livelli, o peggio da espertoni con la penna facile e il j’accuse sempre pronto.

Il pianto di Fabio Fognini mi ha colpito e mi ha ricordato quel parallelismo, così come racconta Andre Agassi nel suo Open, fra una partita di tennis e la vita: la solitudine, la fatica, gli avversari, gli amici, le sconfitte, la paura, le attese, le cadute, le risalite e, ogni tanto, la gioia, quella vera.

Coraggio Fabio, a te non manca proprio nulla 😉

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